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Camminando e cercando...

A volte mi chiedono perché non riesco a stare fermo. Io sorrido, alzo le spalle e cambio discorso. La verità è che la musica non nasce mai in un luogo stabile: vibra tra i sedili sgangherati di un pullman notturno, rimbalza nei bicchieri mezzi vuoti di un bar sconosciuto, si nasconde nelle voci che non tornerò più a sentire.

Ricordo una volta, a Berlino, di essermi perso di proposito. Camminavo senza meta e mi sono ritrovato in una stradina che odorava di pane appena sfornato. Non conoscevo nessuno, ma ogni volto mi sembrava un accordo in attesa di trovare la sua nota. Ho pensato che forse è questo che inseguo: frammenti che non si lasciano catturare, ma che promettono sempre qualcosa.

A Lisbona, invece, c’era il vento. Forte, testardo, capace di strapparmi le dita dal basso e allo stesso tempo di regalarmi la sensazione di non essere mai davvero solo. Quel giorno mi sono detto che la musica è un ponte: non importa da dove parti, importa solo dove ti porta.

Scrivere, suonare, viaggiare: sono tutte versioni della stessa domanda che continuo a ripetere senza risposta. Forse cerco un volto tra la folla, forse una mano da stringere sul palco, forse la canzone che non ho ancora trovato.

Non so se arriverà mai un punto d’arrivo. Ma so che finché avrò una corda da pizzicare e un ricordo da inseguire, continuerò a camminare. E a cercare.
Qualcosa.
Qualcuno.